Presentazione Squadre 2019, Deceuninck-QuickStep
La Deceuninck-Quick Step approccia il 2019 con un compito per nulla semplice: provare a mantenere, o se possibile perfezionare, gli standard raggiunti nella scorsa stagione. Abbattuto ogni record grazie alle 73 vittorie conseguite tra gennaio e ottobre, la formazione belga di Patrick Lefevere ha integrato il roster con l’aggiunta del giovane che desta maggiore curiosità all’interno del movimento, ma allo stesso tempo ha perso uno dei velocisti più importanti nel panorama internazionale, lasciando andare per ragioni di bilancio Fernando Gaviria alla UAE Emirates Team, e quel Niki Terpstra (passato alla Direct Energie) che aveva portato in dote l’unica Classica Monumento del pavé nel 2018. Confermata la vocazione per le corse di un giorno a scapito dei Grandi Giri, sebbene i progressi evidenziati da Enric Mas – secondo classificato alla Vuelta a España – lasciassero presagire una costruzione più in linea con le sue velleità in vista del debutto al Tour de France.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Ce n’è per tutti i gusti, anche se la rinuncia a Terpstra, giunta un anno dopo l’addio alle corse di Tom Boonen, non sembra essere stata colmata e rischia di modificare l’interpretazione alle corse di una squadra che da sempre, negli appuntamenti del Nord, ha fatto della superiorità numerica (qualitativa) il suo vero punto di forza. Sulle pietre acquisiranno pertanto galloni ulteriori Philippe Gilbert, Yves Lampaert e Zdenek Stybar, chiamati ora a spartirsi i gradi nelle Classiche più importanti. Il più esperto e affidabile è senza dubbio l’iridato di Valkenburg, sul quale grava però l’incognita del pieno recupero fisico (alla soglia delle 37 primavere) dopo la terribile caduta che lo ha visto protagonista al Tour de France. Può approfittarne per scalare le gerarchie il campione belga in carica, uno tra i più abili nell’ultimo biennio a beneficiare della scarsa marcatura di cui godeva. A segno nelle ultime due edizioni della Dwars Door Vlaanderen, sembra ora pronto per assumersi responsabilità più importanti, mentre il ceco potrebbe mettere nel mirino soprattutto la Parigi-Roubaix. A dare manforte in questi appuntamenti saranno elementi come Tim DeClercq, Iljo Keisse e Dries Devenyns.
A precedere le Monumento saranno altri appuntamenti che possono confermare la crescita di due velocisti e consacrarne un altro. Per Elia Viviani, Fabio Jakobsen e José Alvaro Hodeg sarà infatti una stagione determinante. Ormai pronto a tagliare il traguardo dei 30 anni, l’italiano si presenta ai nastri di partenza come plurivittorioso in carica e può ulteriormente alzare l’asticella dopo aver meravigliato nel 2018 fagocitando tappe dei GT e facendo suo il titolo italiano. Alla sua portata sembrano finalmente essere anche obiettivi più prestigiosi, dalla Milano-Sanremo passando per quella Gand-Wevelgem sfumata per una manciata di centimetri nel 2018 fino ad arrivare a un Mondiale che ben sembra sposarsi con le sue caratteristiche. Per quanto riguarda il giovane neerlandese e il colombiano, dopo una scalata prepotente – culminata con vittorie di peso in eventi World Tour – si impone un primo assaggio nei GT e la necessità di confermare e migliorare quanto di buono evidenziato da neopro. Perso Gaviria, rivestiranno un ruolo importante nell’allestimento dei treni uomini esperti come Maximiliano Richeze, Michael Mørkøv e gli italiani Fabio Sabatini e Davide Martinelli.
Sulle Ardenne scoccherà invece l’ora di Julian Alaphilippe. Raggiunta la maturità agonistica stagione dopo stagione, il 26enne francese può dare l’assalto a una Monumento dopo essere già salito sul podio di Milano-Sanremo, Liegi-Bastogne-Liegi e Il Lombardia e aver intascato nel 2018 Freccia Vallone e Classica di San Sébastian. Con Philippe Gilbert pronto ad aiutarlo all’occorrenza, saranno utili alla causa anche pedine come Pieter Serry e un Petr Vakoč sul quale pesa l’incertezza della condizione fisica dopo gli incidenti in cui è incappato lo scorso anno.
Neppure sulle tre settimane mancheranno nomi spendibili e pronti a dare battaglia per il successo. Dopo aver impressionato sulle strade della Corsa Rosa in passato, e aver bucato il debutto al Tour in un’annata però decisamente impreziosita dalla gemma nella Doyenne, Bob Jungels ci riproverà al Giro d’Italia. Il lussemburghese può essere favorito da un tracciato particolarmente adatto alle sue doti, a patto di dimostrare miglioramenti sulle lunghe salite. Potenzialità decisamente interessanti le ha già fatte emergere anche Enric Mas, che debutterà al Tour de France per dare continuità al secondo posto ottenuto contro ogni pronostico alla Vuelta. Il dubbio è sull’allestimento delle formazioni che scorteranno i due, con lo spagnolo che rischia di doversela cavare sempre da solo nelle tappe di alta montagna. La conferma in squadra di Eros Capecchi servirà soprattutto per avere un regista in gara in questi appuntamenti.
LE GIOVANI PROMESSE
Il centro di gravità della curiosità risponde al nome di Remco Evenepoel. Il cannibale della categoria Juniores si affaccia tra i professionisti con un fisico ancora da modellare e una carta d’identità che suggerisce di centellinare apparizioni e sforzi. Con un calendario soft che si staglia all’orizzonte, però, il due volte iridato di Innsbruck può già restituire una cartina di tornasole attendibile su ciò che lo attenderà in futuro.
Dalla Danimarca arrivano invece Kasper Asgreen e Mikkel Frølich Honoré. Se il primo è stato aggregato alla squadra per buona parte della scorsa stagione, partecipando inoltre alla cronosquadre iridata dopo aver dato dimostrazioni di affidabilità nelle brevi corse a tappe, il secondo (classe 1997) si è guadagnato la conferma mostrando una buona pasta al Nord, il terreno di caccia preferito dal team. Per entrambi ci sarà la possibilità di crescere senza particolari assilli, lavorando soprattutto al servizio dei compagni più esperti.
A soli 23 anni Rémi Cavagna si è invece già rivelato corridore vincente e pronto al definitivo salto di qualità. Il transalpino deve però levigare notevolmente il suo percorso di crescita per definire al meglio i limiti nei diversi appuntamenti che scandiranno il suo calendario. Discorso simile per il coetaneo britannico James Knox, cui non possono bastare i timidi segnali fatti registrare nel 2018, al netto del buon sesto posto finale nel Giro di Vallonia.
LA SQUADRA
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